Obiettivo Trofei

I Trofei Alfa Romeo, un pezzo di storia dell’arte italiana.

1980.
Aligi Sassu (1912-2000)


Visse in Sardegna e a Milano dove, giovanissimo e appassionato di pittura e particolarmente di Futurismo, fu amico di Bruno Munari (Trofeo Alfa Romeo 1967) e di Filippo Tommaso Marinetti, il fondatore del Futurismo, che nel 1928 lo fece partecipare ad una Biennale di Venezia. E proprio insieme a Munari definì “Il Manifesto della Pittura tra Dinamismo e Riforma Muscolare” le cui espressioni emergono dai suoi piccoli dipinti di fine anni ‘20 (Ciclisti, Pugili, Minatori, Operai, …) il cui tema furono proprio le macchine, lo sport, le industrie. Soggiornò a lungo a Parigi dove eseguì alcuni quadri famosi (il Caffè, i Concili, …). Antifranchista e antifascista dipinse “La Fucilazione nelle Asturie” e, accusato di complotto, fu rinchiuso in prigione al Regina Coeli di Roma. Frequentò i più noti artisti del tempo, tra cui Fontana (Trofeo Alfa Romeo del 1964) e Picasso. Espose a varie Biennali di Venezia, Triennali di Milano e Quadriennali di Roma. Sue opere sono esposte in molti musei, tra cui il Vaticano, e collezioni private del mondo.

Il Trofeo realizzato in bronzo per Alfa Romeo rappresenta un centauro alato pronto a balzare in avanti con la potenza concentrata sulla zampa posteriore da cui fa leva verso una corsa, una lotta o una battaglia come si può intuire dalle braccia levate in alto e pronte a colpire. Fu assegnato a vari piloti tra cui: Michele Alboreto, Bigliazzi, Brambilla, Chiapparini, Andrea De Cesaris, Corrado Fabi, Bruno Giacomelli, Jacoangeli, Ormezzano, Pregliasco, Repetto.

L’uomo e il cavallo. Il centauro che riassume in sè l’intelligenza e la forza, che crea il mito e che riassume le qualità dell’animale più bello, agile corridore, il destriero degli eroi omerici e dei cavalieri antichi, che fonde in sè, come nella macchina, nell’automobile, il cavallo meccanico di oggi, l’anelito dell’uomo a superare se stesso, centauro d’acciaio e di carne proteso verso la vittoria.

Aligi Sassu

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